Sono punti e linee di energia, quelli che Alfredo fa emergere tra incisioni, quadri e terrecotte: segni e sogni che diventano forme di grandezze diverse e danno corpo a scene e situazioni di forte impatto emozionale, che sembrano voler uscire dal quadro e invadere lo spazio circostante dinamizzandolo.

Si creano così storie e “capricci”, spesso sintagmi cromatici governati da una furiosa ricerca di forme, lasciando a tratti riaffiorare fantasmi di presenze oggettuali o umane: fonemi di pittura, ecco, che enunciano se stessi, salvo accorgersi di aver lasciato intravedere e messo in scena una realtà nuova e imprevista. L'universo così si concentra e si fissa con meraviglia in un reticolo fitto di segni, di tracce, di appunti, di immagini che parlano, raccontano, organizzano e interpretano, e che, come in un magico caleidoscopio, danno vita a qualcosa che è ben di più un semplice e ingegnoso “catalogo del mondo”, degno del grande Isidoro di Siviglia, ma a una sorta di reliquiario di memorie private, in omaggio a un’eredità di emozioni profonde (i nonni, i ricordi dell’infanzia e della scelta di oggi), che si trasforma in autentico larario familiare.

di Vincenzo Guarracino